Thursday, August 15, 2013

3 tappa: Doha-Venice-ULTIMO POST DAVVERO!

Eccoci di nuovo a casa. Anche l'ultima tappa del viaggio si è svolta magnificamente: terzo posto accanto a noi vuoto, quindi belli distesi a guardarci un paio di film e dormicchiare. Le sei ore di volo sono state talmente perfette da dimenticare di essere a 35.000 piedi e pensare di stare sul divano, ma con un panorama decisamente migliore. Date le condizioni atmosferiche ideali abbiamo potuto ammirare il Golfo Persico, il Mar Rosso dividere l'Egitto dalla penisola del Sinai, il Cairo e la città di Alessandria aprirsi sul Mare Nostrum prima di cedere la vista dal finestrino alle isole greche. La geografia in diretta. Questo viaggio mi ha molto riconciliato con l'aereo, sono riuscita finalmente a godermi anche i viaggi, non solo la meta, come parte della vacanza; sarà anche che la compagnia aerea non ci ha fatto mancare nulla: il cibo gluten-free era ottimo e le scelte dal menù per i pasti normali sembravano squisite, il tutto unito a puntualità, enorme cortesia e ottimo servizio. In più, in coda appena aperte le porte a Venezia, siamo stati raggiunti dall'email che ci informava di aver già conquistato il livello burgundy di miglia del loro programma frequent flyer a cui ci eravamo iscritti prima di partire=10 kg in più di bagaglio dal prossimo volo ed eventuale cambio di data a soli 25 USD! Tale privilegio per i viaggiatori occasionali come noi è inarrivabile con le compagnie europee o americane, riservato in genere a chi macina miglia in business e vola per lavoro molto frequentemente. Il Qatar è il paese con uno dei redditi pro-capite più alti al mondo: 250.000 cittadini su quasi due milioni di abitanti, la differenza sono lavoratori di nazionalità estera. Del resto i costi carburante per loro sono davvero molto ridotti e tutto il risparmio va in una flotta di aeromobili con meno di quattro anni di vita, buon cibo, mascherine, spazzolini, dentifrici, calzini e generosità del programma frequent flyer! In barba a Millemiglia che ci ha derubato anche delle ultime 24.000, non essendo in grado di sostenere le chiamate nel mese precedente la scadenza del programma. Il sito istituito per far fronte a tale mancanza, in cui abbiamo inserito il numero di telefono, non ha funzionato in tempi umani e, dal 30 di giugno, ci hanno chiamato ai primi di agosto... quando dati i costi non potevamo rispondere. La richiesta di essere richiamati su numero australiano fatta fare dall'Italia, dovuta sottolineiamo a una loro mancanza, è stata assolutamente negata, buttando così le nostre miglia. Mai più mai più. La mia solidarietà alla professionalità di chi ci lavora, ma con noi la compagnia di ex-bandiera dopo questa e le miglia sparite dell'anno scorso ha chiuso davvero. Come spesso accade in questo paese, sembriamo non valorizzare i talenti che pur abbiamo svilendo le professionalità, purtroppo nascoste sotto la mediocrità organizzativa e gli scadenti rapporti con il pubblico. Oggi, dopo la passeggiata appena fatta con le bestiole, una bella giornata di pulizie e taglio erba, attività che non hanno dignità di blog... peccato, mi mancherà il momento della scrittura serale. Grazie ancora e un bacione, ormai davvero a presto a tutti!

 Ultime gocce di vacanza...





Queste bellissime nuvolette dipingevano il cielo sopra Il Cairo...e pensare ciò che sta accadendo laggiù...per guadagnare in prospettiva, bisogna prendere le distanze...da quassù è tutto così pacifico, e la gente lì sotto lotta ogni giorno.


Tuesday, August 13, 2013

2 tappa- Perth- Doha

In anticipo di 20 minuti, con la precisione della Qatar, siamo giunti nuovamente all'aeroporto di Doha, che, oltre ad avere il wi-fi gratuito, non offre proprio nient'altro, due piani risicatissimi con 3 stand, più che veri negozi. Stanno costruendo il nuovo terminal per far fronte al crescente e già enorme traffico di questo hub. Per ora si dicono meraviglie di quello per la business class, che è separato da questo - sta proprio altrove - e include anche una day spa, come sempre più aeroporti tendono a fare all'estero. Speriamo di tornare presto a verificare l'avanzamento dei lavori ;-). La notte in volo è andata molto bene, il comandante era italiano, quel che doveva fare, per quanto è dato sapere a noi che sonnecchiamo davanti a un film, lo ha fatto egregiamente. È stato forse il miglior atterraggio fatto finora, non ci siamo nemmeno accorti del touchdown, forse ci saranno state condizioni favorevoli e buoni automatismi del 777, ma l'uomo agli occhi degli ignari passeggeri ha fatto la sua bella figura ;-)). Peccava enormemente nell'inglese, con pronuncia da comico dell'avanspettacolo, devo dire come tutti i suoi colleghi dello stivale che mi hanno scorrazzato per il mondo negli ultimi vent'anni, ahi noi e le tre ore a settimana della scuola dell'obbligo...
Ma la vera fortunissima è stata che l'aereo era semivuouto! File e file di tre posti vuoti...ho costruito un materassino di giacca a vento, numerose coperte e cuscini trovati sui sedili non utilizzati, sistemato il guanciale di memory foam dell'Ikea che porto con me, estratto la mia copertina rosa, indossate le cuffie noise-cancelling e finalmente ho potuto fare un volo notturno distesa. L'unico neo gli stupidi braccioli che non salivano fino in fondo. Non si può parlare di sonno profondo, forse un leggero assopimento di quando in quando,  ma già supina e senza il rumore del motore, con 200 film e intrattenimento vario, la mattina non mi ha colto con la distruzione fisica che solitamente mi attanaglia dopo voli così lunghi. Qualcuno mi ha pure fotografato...tagliando qualcosa ;-), ma stavolta è stato provvidenziale, così lo posto.

Gli aeroporti sono luoghi che da sempre mi danno molta energia. Da piccolina, quando andavo a Milano con i nonni, finivamo spesso alla vecchia Malpensa a guardare gli aerei che decollavano. Per gente nata nel 1913, che aveva visto i cugini emigrare in Canada con il 'piroscafo', come lo chiamava la nonna, i grandi aeromobili per il turismo di massa erano ancora considerati veri miracoli dell'ingegneria, da ammirare quale esempio di tutto ciò che di straordinario la mente umana era stata in grado di concepire. La fascinazione per quel crogiolo di vite che è l'aeroporto è rimasta, con la contrazione del tempo e dello spazio che gli è insita. La prossimità con gente di ogni cultura è bellissima, specialmente in hub lontanti dall'Europa come questo. Da qui le compagnie servono una moltitudine di rotte al di fuori dei soliti circuiti turistici, dall'Africa più profonda, al Pakistan, Afghanistan, Iraq, l'Asia e il Sud-est asiatico, oltre ai soliti Stati Uniti, Europa, e certo, Australia, con conseguente grande varietà dei passeggeri in transito. Mi piace osservare e immaginare le vite che vedo scorrere davanti a me in un loro piccolo frammento di quotidianità per poi disperdersi davvero ai quattro angoli del pianeta blu in capo a poche ore. La voglia di ripartire e sperimentare ancora più luoghi, conoscere persone, sentire gli odori di altre terre diviene davvero prepotente, solo guardando il monitor delle partenze...

Una cuccia per la notte



Molto belle le luci soffuse rosa e azzurre usate al posto della violenta luce bianca...


Dopo tanti tramonti...l'alba di oggi sull'Arabia Saudita

Welcome to Doha...it's 5 A.M. and...34 degrees!



1 tappa di ritorno: Darwin-Perth


Eccoci di nuovo a Perth, in 3 ore e 40, un'ora in meno del previsto grazie al vento a favore, abbiamo ripercorso all'indietro un mese di viaggio, magia dell'aereo. Il volo sin qui non è andato male, pochissima turbolenza, ma l'aereo era un 737 un po' vissuto e il vicino di posto, che purtroppo c'era, era un gentilissimo signore, le cui abitudini igieniche lasciavano leggermente a desiderare. In più, come non odorasse già di alcohol, si è pure ordinato una birra per il pranzo. Alle 9.45 comincia l'imbarco per Doha, con patenza alle 11. Il volo che ci ha portato qui 4 settimane fa è atterrato alle 17.35, siamo arrivati al terminal internazionale giusto per vedere uscire i passeggeri... che invidia per chi arriva ora, ma è sempre cosí. La cosa più strana è stata il giro in autobus che ci ha portato dal terminal nazionale a quello internazionale; è durato un quarto d'ora abbondante di tangenziale, sono praticamente due aeroporti. Ci sono molti lavori in corso, quindi immagino che stiano migliorando il sistema. Nell'attesa del check-in che apriva alle 19.30, abbiamo trascorso più di un'ora a chiacchierare con il ragazzo del baggage wrapping, un simpatico londinese che ha insegnato inglese in Spagna e lavorato nell'healthcare in Inghilterra, prima di seguire il fratello gemello qui e scoprire che avvolgendo bagagli prende più di quanto prendesse nell'assistenza medica in patria. Il suo problema però, così come quello di un giovane ingegnere informatico di Pavia conosciuto a Darwin e del ragazzo, italiano pure lui, della reception dell'hotel di Perth, è che con il working holiday visa di un anno non si trovano che lavoretti saltuari e non molto pagati, rispetto alle posizioni degli Australiani, e dopo un anno te ne devi andare. Ci hanno tutti detto che, dovendo ripartire, non tenterebbero più con quel tipo di visto, tuttavia il più semplice da ottenere sotto i 30 anni; opterebbero per la più lunga strada del permanent, l'unico con cui i datori di lavoro ti prendano un minimo sul serio. E via tutti a fare 'sto Ielts ;-)). Ora per noi sono già le 10.30, qui invece solo le 9...siamo davvero stanchi e abbiamo 24 ore di viaggio giuste giuste davanti. Speriamo di poter dormire anche solo 3-4 ore nel carro bestiame, ma mi pare difficile...e che questa volta la hostess di turno non mi scuota per un braccio per darmi la mia cena Gf alle 2 di notte, come è capitato all'andata! 







Monday, August 12, 2013

Darwin- ultimo giorno di avventura

Ecco ci siamo. Dopo 6467 chilometri, l'ultimo giorno di vacanza 'effettiva', senza contare il viaggio, o meglio i viaggi tra domani e mercoledì, è concluso. L'abbiamo passato facendo un po' ciò che fanno i locali; stamattina una passeggiata al parco di East Point Reserve, distante una manciata di chilometri dalla città e a essa collegata con una pista ciclabile lungo il Mare di Timor, il pomeriggio al sole del waterfront. Ispirato dai ragazzini superveloci della scuola di nuoto che facevano lezione in laguna, E. si è allenato un po' sulle loro lunghe distanze tra le boe, poi siamo tornati a vedere il sole calante a East Point, non potevamo perdere l'ultimo tramonto tropicale dai mille colori. Ora stiamo facendo le valigie e domani alle 14.20 si parte per Perth, dove arriveremo per le 16.55 ora locale, quindi dopo 4 ore circa di volo. Alle 23 ora di Perth ripartiremo per Doha, 11 ore di volo e arrivo per le 5.20 di mattina ora locale. Tre ore abbondanti di layover e poi alle 9.10 (8.10 ora italiana) si vola a Venezia, arrivo alle 14.30. Speriamo vada tutto bene e tutto sia puntuale. Di questo viaggio ci rimarranno paesaggi straordinari, l'abbraccio della natura che ci ha cullato sotto le stelle infinite delle notti nel bush, i magnifici animali, la disponibilità e la tranquillità delle persone incontrate, a partire dai fantastici grey nomads, l'ammirazione per uno stile di vita più rilassato perchè ben organizzato, la rinnovata consapevolezza che ciò che il nostro paese ci offre non è davvero abbastanza e soprattutto la voglia di ritornare qui. Una nota particolare va al primo viaggio con blog: è stato bellissimo condividere le avventure della giornata con tutti voi e ricevere i vostri commenti, le vostre impressioni  (e...il vostro affetto) anche via e-mail e whatsapp, in barba alla macchinosità del template e ai suoi bug! Se mai ci sarà una prossima volta, cercheremo di non concludere la scelta della app al rullaggio, ma di dedicarci un po' più di tempo ;-)). Nonostante i limiti, l'applicazione ci ha almeno consentito di rendervi in parte partecipi delle nostre emozioni e questo ci ha reso felici. Vi salutiamo con le ultime immagini da questa splendida città. Se ci riesce vi aggiorneremo brevemente in viaggio. Intanto un bacione a tutti e grazie.

Particolari nidi di formiche che fanno casa piegando le foglie...sembrano al cartoccio!

Le mangrovie del East Point Reserve...

L'altalena con la rampa per i bimbi 'speciali', come si chiamano in inglese... Un bel segno di civiltà


Allenamento in laguna...fidatevi, è lui...

Le scogliere al tramonto a East Point...



The last tropical sunset...










Sunday, August 11, 2013

Darwin-day 2

Oggi abbiamo traslocato, ma la giornata è stata comunque rilassante. Abbiamo fatto un giro per le vie principali del CDB mentre attendevamo la macchina a noleggio e, dato che abbiamo ulteriormente aspettato 15 minuti sull'orario stabilito, la gentile ragazza ci ha anche regalato un upgrade, win win! Poi, riconsegnato il camper, ci siamo sistemati nel monolocale, nuovissimo e pulitissimo, abbiamo fatto un bucato e siamo usciti, per raggiungere Mindil Beach e guardare il tramonto con il resto della città. Di giovedì e domenica sera c'è anche un mercato frequentatissimo antistante la spiaggia, dove trovare ogni sorta di cibo e di personaggi, da chi gioca con il fuoco a chi fa il venditore di fruste da bestiame,  con tanto di dimostrazione da parte del pubblico coinvolto di quanto siano facili da manovrare! Ora stiamo scrivendo il post da un tavolino all'interno del parco del Darwin festival nella parte più centrale della città. È un posto così accogliente che non riusciamo a lasciarlo; l'aria è fragrante di fiori tropicali, la luce soffusa delle lanterne di carta e delle lucine sui bambù fanno da sfondo ai vari eventi, oggi per lo più musicali e di ottimo gusto. La gente non produce praticamente rumore, è davvero strano, nessuno urla, nessuno schiamazza, bisbigliano. Anche la musica dal vivo è tarata in modo da essere un piacevole sottofondo. Intorno alcuni ristoranti della città propongono fornitissimi banchi sotto eleganti tettoie di palma... il budino libanese di riso all'acqua di rose e boccioli di arancio era divino! C'è pure il wi-fi gratuito e velocissimo, what's not to love??

Il tramonto su Mindil Beach







La città e i turisti si riuniscono qui per assistere allo spettacolo del tramonto. Come mi ha fatto notare un signore a Broome, chi abita sulla costa est non vede tramonti sull'oceano; si cominciano a vedere da alcune località del nord, continuando poi verso ovest, quindi soprattutto per questi turisti il sole che esce di scena è un evento da non perdere.







L'ultima pillola di Quark - Casa dolce casa

Cari amici lontani e lontani, per quest'ultimo appuntamento della stagione delle nostre pillole, parleremo di un argomento interessantissimo perchè è di importanza vitale per il bush e perchè è l'esempio vivente di come l'unione faccia veramente la forza: la termite.
La termite, insetto dal buon odore di pino dolce, spesso nota anche come formica bianca per la sottigliezza della sua pelle (tanto che si dice le si possa vedere attraverso!), in questi luoghi si presenta con tutta l'imponenza delle sue costruzioni. E noi pensiamo che visto un termitaio, visti tutti! Nooooneeeeeee.
Vi stiamo parlando di termitai ormai dalla penisola di Shark Bay (Monkey Mia... delfini... ricordate?) e da allora ne abbiamo visti di tutte le forme e anche colori. Prima erano sinuosi e panciuti, delle sorte di dee madri ('belly' come si direbbe qui)... poi salendo verso nord si sono raddrizzati, diventando piramidali, infine qui ne convivono di due tipi: quelli a cattedrale (un insieme di torrioni tondeggianti che possono raggiungere i 4 metri... ma ne sono stati avvistati anche di più alti, probabilmente attorno ai 7-8) e quelli invece "magnetici", che ricordano le pietre tombali, essendo stretti stretti e larghi perchè seguono la direttrice nord - sud,  in modo tale che quando il sole è a picco nelle ore più calde della giornata, batta in corrispondenza del lato più sottile della 'dimora' così le bestiole riescono a evitare di finire al forno in casa propria. Pur essendo in maggior parte prive di vista (soprattutto le operaie che non escono mai alla luce), sono state in grado di orientarsi rispetto al sole senza mai vederlo. È stato dimostrato che possiedono una bussola interna che permette loro di posizionare casa secondo la migliore angolazione... in fondo la questione è finire arrosto oppure no. Come hanno fatto questi simpaticoni di entomologi? Hanno preso un termitaio e l'hanno girato: in breve le povere bestiole hanno continuato a costruite secondo il campo magnetico corretto.
Ma come fanno? Il metodo è semplice: saliva, terriccio e residui di tutto il legno che le instancabili lavoratrici riescono a recuperare... per non citare anche un po' della loro... ehmmmm cacchina. Creano una sostanza molto resistente e impermeabile, che viene anche utilizzata (prendendola dai termitai dismessi) per pavimentare i campi da tennis. 
Per la loro opera di eliminazione di tutto il 'residuo' del bush vengono anche soprannominate gli spazzini del bush... e vedremo come, comunque, in natura "tutto torni" e come di questo enorme lavoro non venga buttata via neppure una molecola... tanto che sarebbe più giusto parlare di 'eco-operaie' del bush.

Instancabili e organizzatissime (non per nulla è una società femminile), al vertice della loro struttura matriarcale vi è la regina. La regina è uno degli insetti più longevi del regno animale, con una vita media di 60-70 anni, durante i quali produce milioni di uova. Alla sua morte, le abitanti del termitaio si disperdono e in breve muoiono, poi il loro palazzo inizia a sgretolarsi. Ma ci vorranno decine di anni prima che venga raso al suolo dagli elementi, restituendo all'ambiente circostante tutta l'energia e le sostanze rielaborate e nobilitate che le termiti hanno accumulato e lavorato in tanti anni, pareti comprese. Si può proprio dire "Casa dolce casa".
+3ti

Eccole sbucare da una fessura che qualche furbone ha prodotto su una parete di questo termitaio. A breve sarà ripristinata la parete.

Ecco un termitaio magnetico. Questo è ormai abbandonato, come si puo' notare dall'aspetto ruvido. In
alcune decine di anni verrà raso al suolo.


Fra i torrioni di una cattedrale.


I termitai panciuti del sud,

Saturday, August 10, 2013

Darwin

Oggi abbiamo lasciato il Litchfield National Park dopo la visita alle Tolmer Falls, che abbiamo scoperto essere non balneabili, in quanto area dedicata al delicato habitat di una particolare specie di pipistrelli, gli orange leaf-nosed bats.  Abbiamo percorso il sentiero che costeggia il creek prima del salto nel vuoto e ci siamo poi spostati verso la zona dei termitai per assistere al talk del ranger. Il signore è un entomologo e ci ha detto cose davvero interessanti sulle costruzioni e sulla vita di questi esserini bianchicci e filiformi... sarà la somiglianza che me li rende simpatici ;-)

Verso metà giornata abbiamo poi raggiunto Darwin e l'ultimo pranzo in camper è stato esattamente come il primo: pollo arrosto nel parcheggio del supermercato. Domani alle 11.30 ci separeremo dal nostro compagno di avventura perché per i due giorni rimasti in città affitteremo un monolocale, e già ci prende la malinconia. Il mio timore che la vita in camper alla lunga diventasse faticosa dati gli spazi ridotti si è rivelato del tutto infondato, tanto più considerando il fatto che questo è un furgonato, nemmeno un vero camper, e ha comunque i suoi limiti, essendo un noleggio; se di proprietà ognuno se lo gestisce come meglio crede e lo attrezza per le sue esigenze. Comunque, io che soffro abbastanza di insonnia, qui ho dormito serenamente avvolta dalla natura in luoghi meravigliosi e sono stata davvero bene anche fisicamente (gastroenterite a parte). La certezza di vivere ogni giorno al massimo mi ha fatto sentire viva e felice come non mai. Per me il famoso aforisma di Einstein è verissimo: se voglio stare in equilibrio, devo proprio muovermi, in ogni senso. 
Il confronto con una vacanza self-drive simile, anche se leggermente più breve, negli U.S.A. con macchina e motel sulla via, ci ha visti molto più rilassati e mai stanchi qui in Australia, sapendo di avere tutto ciò che ci serve a disposizione e di non dover sbarcare i bagagli ogni notte in un porto diverso. La cucina sempre aperta poi, con le sfide alimentari che l'intolleranza al glutine e al latte di mucca comporta, è stata impagabile. Abbiamo comunque rispettato in linea di massima le tappe stabilite, avendo un aereo da prendere martedì, ma davvero nessuna stanchezza. Francamente non concepiamo più altro modo di girare paesi con distanze così grandi. La cosa da considerare è anche che sulla strada percorsa non sono mai mancati i camps e caravan parks in ogni microscopico centro abitato anche da sole 200 persone, data l'affluenza costante dei grey nomads e data anche la passione per il campeggio della nazione, ma sono stati molto rari gli hotel e i motel, limitati alle cittadine più grandi. 

Nel pomeriggio abbiamo passeggiato per le vie centrali di Darwin, una rilassata città tropicale con una bella zona che è definita waterfront, ma 'the water in front' non è esattamente l'oceano, piuttosto una sorta di laguna balneabile rubata al mare, al riparo dai coccodrilli e dalle box jellyfish, le letali meduse che infestano i lidi locali. È inoltre in corso il Darwin Festival, ricco di eventi musicali e artistici; oggi siamo solo passati brevemente per il parco della città storica brulicante di gente, illuminato da centinaia di luci sugli enormi alberi e da grandi lanterne di carta dalle forme più varie, domani esploreremo meglio. Ora rassettiamo un po' e poi a nanna, che domani si trasloca.

Il palazzo del governatore. C'erano diversi matrimoni in corso, uno spettacolo, gente vestita in modo cosí buffo... per loro elegantissimi!


Uccellini di città... tropicale

Il waterfront con la piccola laguna...